mercoledì 8 aprile 2009

Il "mondo in frantumi" di Alexandr Solzenicyn

se ne è andato il 3 agosto 2008, e la notizia della sua morte, in Italia è scivolata via senza destare quasi clamore.Eppure questo grande vecchio, dallo sguardo tormentato di chi ha visto troppo, è stata una figura epocale, uno di quegli uomini che scendono sulla terra, per regalare all’umanità una conoscenza più profonda. Attraverso la sua opera letteraria intrisa di dolore, denuncia e passione rivelò al mondo l’orrore dei gulag, i campi di lavoro sovietici e cancellò l’utopia comunista, smascherandone la natura totalitaria e sanguinaria. Fu insignito del Nobel per la letteratura nel 1970, fu esiliato e visse lontano dalla sua terra in Germania, Svizzera e Stati Uniti. Una vita rocambolesca che attraverso la sua storia e la sua opera, testimonia la libertà irriducibile di ogni uomo.Ma seppe anche anticipare il "male oscuro" dell'Occidente, capì che quando la libertà diventa irresponsabile cade ogni barriera contro gli abissi del decadimento umano.Nel 1978 ad Harvard davanti a un enorme pubblico, parlò lucidamente della deriva di una società che fa di ogni sua pulsione un diritto, e che lentamente si avvia verso la sua autodistruzione.E infatti dopo aver letto parte del suo discorso che ho trovato attualissimo che ho deciso di ricordarlo con questo scritto.LIBERTÀ: DELL'IRRESPONSABILITÀ?In conformità ai propri obiettivi la società occidentale ha scelto la forma d’esistenza che le era più comoda e che io definirei giuridica. I limiti (molto larghi) dei diritti e del buon diritto di ogni uomo sono definiti dal sistema delle leggi. A forza di attenersi a queste leggi, di muoversi al loro interno e di destreggiarsi nel loro fitto ordito, gli occidentali hanno acquisito in materia una grande e salda perizia (ma le leggi restano comunque così complesse che il semplice cittadino non è in grado di raccapezzarcisi senza l’aiuto di uno specialista). Ogni conflitto riceve una soluzione giuridica, e questa viene considerata la più elevata. Se un uomo si trova giuridicamente nel proprio diritto, non si può chiedergli niente di più. Provate a dirgli, dopo la suprema sanzione giuridica, che non ha completamente ragione, provatevi a consigliargli di limitare da se stesso le sue esigenze e di rinunciare a quello che gli spetta di diritto, provatevi a chiedergli di affrontare un sacrificio o di correre un rischio gratuito… vi guarderà come si guarda un idiota. L’autolimitazione liberamente accettata è una cosa che non si vede quasi mai: tutti praticano per contro l’autoespansione, condotta fino all’estrema capienza delle leggi, fino a che le cornici giuridiche cominciano a scricchiolare. (…)Io che ho passato tutta la mia vita sotto il comunismo affermo che una società dove non esiste una bilancia giuridica imparziale è una cosa orribile. Ma nemmeno una società che dispone in tutto e per tutto solo della bilancia giuridica può dirsi veramente degna dell’uomo. Una società che si è installata sul terreno della legge, senza voler andare più in alto, utilizza solo debolmente le facoltà più elevate dell’uomo. Il diritto è troppo freddo e troppo formale per esercitare un’influenza benefica sulla società. Quando tutta la vita è compenetrata dai rapporti giuridici, si determina un’atmosfera di mediocrità spirituale che soffoca i migliori slanci dell’uomo. E contare di sostenere le prove che il secolo prepara reggendosi sui solo puntelli giuridici sarà per l’innanzi sempre meno possibile. È ora che affermiate i vostri doveri. Nella società occidentale di oggi è avvertibile uno squilibrio fra la libertà di fare il bene e la libertà di fare il male. Un uomo politico che voglia realizzare, nell’interesse del suo paese, una qualche opera importante, si trova costretto a procedere a passi prudenti e perfino timidi, assillato da migliaia di critiche affrettate (e irresponsabili) e bersagliato com’è dalla stampa e dal Parlamento. Deve giustificare ogni passo che fa e dimostrarne l’assoluta rettitudine. Di fatto è escluso che un uomo fuori dell’ordinario, un grande uomo che si riprometta di prendere delle iniziative insolite e inattese, possa mai dimostrare ciò di cui è capace: riceverebbe tanti di quegli sgambetti da doverci rinunciare sin dall’inizio. Ed è così che col pretesto del controllo democratico si assicura il trionfo della mediocrità. Per contro è cosa facilissima scalzare l’autorità dell’Amministrazione, e in tutti i paesi occidentali i poteri pubblici si sono considerevolmente indeboliti. La difesa dei diritti del singolo giunge a tali eccessi che la stessa società si trova disarmata davanti a certi suoi membri: è giunto decisamente il momento per l’Occidente di affermare non tanto i diritti della gente, quanto i suoi doveri.Al contrario della libertà di fare il bene, la libertà di distruggere, la libertà dell’irresponsabilità, ha visto aprirsi davanti a sé vasti campi d’azione. La società si è rivelata scarsamente difesa contro gli abissi del decadimento umano, per esempio contro l’utilizzazione delle libertà per esercitare una violenza morale sulla gioventù: si pretende che il fatto di poter proporre film pieni di pornografia, di crimini o di satanismo costituisca anch’esso una libertà, il cui contrappeso teorico è la libertà per i giovani di non andarli a vedere. Così la vita basata sul giuridismo si rivela incapace di difendere perfino se stessa contro il male e se ne lascia a poco a poco divorare. E che dire degli oscuri spazi in cui si muove la criminalità vera e propria? L’ampiezza dei limiti giuridici (specialmente in America) costituisce per l’individuo non solo un incoraggiamento a esercitare la sua libertà ma anche un incitamento a commettere certi crimini, poiché offre al criminale la possibilità di sfuggire al castigo o di beneficiare di un’immeritata indulgenza, grazie magari al sostegno di un migliaio di voci che si leveranno in suo favore. E quando in un paese i poteri pubblici affrontano con durezza il terrorismo e si prefiggono di sradicarlo, l’opinione pubblica li accusa immediatamente di aver calpestato i diritti civili dei banditi. La stampa, impenitente guardonaAnche la stampa (uso il termine “stampa” per designare tutti i mass media) gode naturalmente della massima libertà. Ma come la usa?Lo sappiamo già: guardandosi bene dall’oltrepassare i limiti giuridici ma senza alcuna vera responsabilità morale se snatura i fatti e deforma le proporzioni. Un giornalista e il suo giornale sono veramente responsabili davanti ai loro lettori o davanti alla storia? Se, fornendo informazioni false o conclusioni erronee, càpita loro di indurre in errore l’opinione pubblica o addirittura di far compiere un passo falso a tutto lo Stato, li si vede mai dichiarare pubblicamente la propria colpa? No, naturalmente, perché questo nuocerebbe alle vendite. In casi del genere lo Stato può anche lasciarci le penne. Ma il giornalista ne esce sempre pulito. Anzi, potete giurarci che si metterà a scrivere con rinnovato sussiego il contrario di ciò che affermava prima. La necessità di dare un’informazione immmediata e che insieme appaia autorevole costringe a riempire le lacune con delle congetture, a riportare voci e supposizioni che in seguito non verranno mai smentite e si sedimenteranno nella memoria delle masse. Quanti giudizi affrettati, temerari, presuntuosi ed erronei confondono ogni giorno il cervello di lettori e ascoltatori e vi si fissano! La stampa ha il potere di contraffare l’opinione pubblica e anche quello di pervertirla. Così, la vediamo coronare i terroristi del lauro di Erostrato, svelare perfino i segreti della difesa del proprio paese, violare impudentemente la vita privata delle celebrità al grido “Tutti hanno il diritto di sapere tutto” (slogan menzognero per un secolo di menzogna, perché assai al di sopra di questo diritto ce n’è un altro, perduto oggigiorno: il diritto per l’uomo di non sapere, di non ingombrare la sua anima divina di pettegolezzi, chiacchiere, oziose futilità. Chi lavora veramente, chi ha la vita colma, non ha affatto bisogno di questo fiume pletorico di informazioni abbrutenti). Giornalisti in nome di chi?È nella stampa che si manifestano, più che altrove, quella superficialità e quella fretta che costituiscono la malattia mentale del XX secolo. Penetrare in profondità i problemi le è controindicato, non è nella sua natura, essa si limita ad afferrare al volo qualche elemento di effetto.E, con tutto questo, la stampa è diventata la forza più dirompente degli Stati occidentali, essa supera per potenza i poteri esecutivo, legislativo e giudiziario. Ma chiediamoci un momento: in virtù di quale legge è stata eletta e a chi rende conto del suo operato? Se nell’Est comunista un giornalista viene apertamente designato dall’alto come ogni altro funzionario statale, chi sono gli elettori cui i giornalisti occidentali devono invece la posizione di potere che occupano? E per quanto tempo la occupano? E con quale mandato? QUI il discorso per interoCome si può facilmente immaginare in Italia Alexandr Solzenicyn fu osteggiato e censurato, l'élite letteraria rossa lo bollò come una "nullalità sul piano artistico" (Cassola), un "Dostoévskij da strapazzo" (Eco). Ma gli attacchi non furono solo sul piano letterario, Moravia sull'Espresso scrisse che lo scrittore russo è un "nazionalista slavofilo della più bell'acqua".Insomma, il solito film a cui siamo abituati dal dopoguerra a oggi. La sinistra non ammette critiche, ma non disdegna di ricorrere agli insulti, quando non ha argomenti validi per obiettare.
Needle

7 commenti:

  1. Benvenuta Needle.

    "LIBERTÀ: DELL'IRRESPONSABILITÀ"
    è l'espressione perfetta per indicare la società occidentale odierna.
    Ma col passare del tempo, temo che dalla "libertà dell'irresponsabilità" si passi al "delirio dell'irresponsabilità".
    I sintomi cominciano a farsi evidenti, giudici politici e gornalisti, stanno avvicinandosi sempre più alla totale irresponsabilità.Lo vediamo dalle sentenze assurde,dalle dichiarazioni in parlamento e dagli articoli sui giornali.Ma tanto più si autoinnalzano tanto più grande sarà il tonfo, quando qualcuno li farà cadere.
    Grazie di questo post.
    ciao a presto
    Marcello

    ps ti mando una email.

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  2. Grazie per il benvenuto Marcello:-)
    Purtroppo condivido la tua previsione...mi sa, che ci siamo già "al delirio dell'irresponsabilità" basti vedere quello che é successo ieri a Montecitorio, sulle norme per la sicurezza.
    Uno sconforto veramente.
    Ti ho già risposto:-)
    Ciao

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  3. Una pagina parlamentare disgustosa.
    Ha ragione Berlusca quando dice di far votare solo i capigruppo. Ancora più disgusoso il discorso di casini: non ha vinto l'opposizione ma la legalità. Come se in europa non ci fossero direttive ben più restittive di quelle che voleva Maroni.
    Delirio di irresponsbilità accomunato a deficienza strutturale di neuroni.
    ciao a presto
    Marcello

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  4. Alexandr Solzenicyn, una figura troppo difficile da comprendere a fondo.
    Bisognerà che la Storia ne decanti opere e scritti.
    Ciò non toglie che il silenzio di cui è circondata la sua dipartita sia colpevole e forse dovuto proprio all'iiresponsabilità dell'attuale libertà che si persegue.

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  5. Ciao Needle!
    Grazie di questo contributo!
    Sapessi da quanto lo stavo cercando!

    Appena ho tempo me lo rileggo con attenzione (a casa ho il libretto di trent'anni fa!)

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  6. Ciao Ambra, purtroppo in Italia tante verità storiche sono state nascoste...la tragedia delle Foibe, la dice lunga, su come una certa parte politica interpreti la libertà.
    Needdle

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  7. Ciao Anna mi fa piacere, che l'argomento ti interessi e che ti sono stata d'aiuto:-)
    Needle

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