di Daniele Abbiati
""Il più bel complimento fatto a Nietzsche (ma non ai nietzscheani) è di Georg Simmel e porta la data del 23 ottobre 1897. «Non vi è nulla di più facile del “confutare” Nietzsche. Le metamorfosi a balzi del suo sviluppo speculativo, il violento fantasticare con cui interpreta la storia, le contraddizioni logiche della sua immagine del mondo sono talmente palesi da far sì che il problema scientifico nei suoi confronti non possa affatto consistere nel dimostrare i suoi errori, ma nello spiegare come mai, nonostante questi errori, egli abbia potuto suscitare impressioni tanto profonde non soltanto presso quanti vanno matti per le mode letterarie o adorano la bella forma».
La forza dell’autore consisterebbe nel fascino più che «letterario» della sua opera, nel suo essere filosofo nonostante se stesso. La considerazione compare nella recensione al saggio di Ferdinand Tönnies Il culto di Nietzsche. Infatti, un autentico «culto» era fiorito, in tutta Europa, intorno alle povere membra e alla mente disastrata del padre del Superuomo che morirà di lì a tre anni. Con la catastrofe torinese del gennaio 1888 era calato il sipario sulla persona di Nietzsche, ma se n’era alzato un altro, ben più pesante, sul Nietzsche maestro-guru. «Fenomeno psicopatologico», «borghese», «aristocratico», «teorico del capitalismo», «socialdemocratico», «anarchico», «evoluzionista»: le etichette applicategli nel giro di cinque-sei anni sono molte, e tutte in qualche misura storte, posticce.
E ancor oggi sul corpus di Nietzsche permangono le stimmate di quelle e altre appropriazioni indebite. Riveduto e... scorretto dalla sorella Elisabeth in chiave materialmente (e non eticamente) volontaristica e reazionaria, il Nostro subì l’Anschluss da parte del delirio nazista che se lo appuntò al petto come una medaglia intellettuale, ignorando o fingendo d’ignorare, fra l’altro, il suo più volte dichiarato anti-antisemitismo. Filtrato dai disastri novecenteschi pre e post Terzo Reich, di Nietzsche è rimasto soltanto l’ectoplasma nichilista, recentemente oggetto delle critiche papali, mentre la sua estetica, il suo umanesimo, il suo illuminismo sono confinati nello sgabuzzino degli studi specialistici…… ""
Non sono d’accordo nel considerare quello di Georg Simmel un complimento,ne tanto meno che “non vi è nulla di più facile del “confutare” Nietzsche”.
Non è Nietzsche che deve essere confutato, ma è Nietzsche stesso che confuta tutto e tutti.
E’ chiaro che Simmel, essendo in lui preponderante l’interesse sociologico,non può ,pur avendone subito un certo fascino, condividere la filosofia nietzscheana.
Mi dispiace che si incorra ancora nell’errore di considerare Nietzsche un antisemita, nel senso di razzismo. Il Nostro è antisemita come è anticristiano, come è antimetafisico, come è anticredente: in sostanza è contro tutto ciò che è rappresentato da 5000 anni di sovrastrutture create dall’uomo.
Il nichilismo del Nostro non è fine a sé stesso, annientata tutto per iniziare una nuova era per l’Uomo, come possiamo chiamare nichilista uno che invoca continuamente la volontà di potenza?
Dio è morto, ma anche l’uomo è morto aspettiamo l’uomo trasvalutato: il superuomo o forse è meglio dire l’“oltreuomo”. Ogni tentativo di asservirlo, come è stato fatto, a nuove teorie filosofiche, politiche o sociali non rende giustizia al suo pensiero, indubbiamente originale nella storia della filosofia.
Marcello
Indubbiamente il pensiero di Nietzsche è "originale, troppo originale", per poter essere confutato, comparato, ripreso ecc.. La potenza e il valore del suo pensiero sono tali da causare una sensazione di grandezza anche più elevata rispetto alle mirabili costruzioni delle filosofie dogmatiche da lui -e con ragione- tanto bersagliate, nonostante lui non ricerchi una costruzione, ma più una decostruzione, riducendo il tutto al mirabile concetto di "volontà di potenza", e non vuole sbalordire alcuno...ma cerchi soltanto amici, come mi è stato suggerito dall'introduzione di Adelphi ad Al di Là del Bene e del Male, che possano condividere il suo gusto -perchè la sua è soprattutto una filosofia di "gusto"- e non farlo sentire un "esemplare unico", anche se in apparenza vorrebbe godere con serenità la propria solitudine, le proprie altezze, la propria aristocrazia.
RispondiEliminaAnonimo,
RispondiEliminanon sono l'autore del post, ed ho pure una vaga conoscenza di Nietsche. Quel vago che conosco di lui lo debbo a coloro che mi hanno commentato il post su Santa Giuseppina Bakhita ( Cliccare qui per leggere , cercando poi nei commenti).
Comunque, questo genere di commenti fanno bene, perchè aiutano alla comprensione del filosofo.